Lo fa utilizzando un susseguirsi di parole che rievocano l’iconografia sacra spogliata da ogni forma di dogma, in cui i Santi, si fanno interpreti ed inaspettati messaggeri di un concetto di spiritualità più ampio. Un alfabeto privato, scritto a mano, che si riveste di una sacralità inedita, dove il Santo si fa metafora dell’Essere e diventa ambasciatore di una dialettica etica, per cui è richiesto di saper leggere oltre il segno, lasciandosi andare ad un atto di estremo raccoglimento. Una riflessione profonda, quella di Gos Lab, una scansione segnica della dimensione liquida, vissuta come un momento di sospensione tra dualismi ancestrali: chiaro e scuro, visibile e invisibile, fisico e metafisico, dove, il flusso di questo movimento eterno è la vita.